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Vieni più vicino, adesso - comandò Renè e la ragazza non si volle opporre all'ordine del fratello, si vedeva che lo voleva troppo! A pochi centimetri dal pene, lo vide fermarsi.
Eccolo, sto cacciando... - disse lui per pura libidine. Grosse gocce lattiginose schizzarono sui seni e sul viso di Giorgia, le prime erano piccolissime ma dopo arrivarono quelle più corpose e cocenti: lei voleva svenire per il piacere, così nuovo.
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Tutto era cominciato così. Con la nonna sorda, per un mese i due si erano dedicati al sesso, come fossero impazziti. La loro stessa ingenuità faceva da sprone a nuove scoperte. Giorgia cominciò a farlo sborrare con le seghe, per ritrovare il profumo di quello sperma che tanto l’aveva eccitata. Poi si fece coraggio: e iniziò a prenderlo in bocca; qualche giorno dopo, imparò a bere la sborra calda.
Impararono insieme a leccare e succhiare; il fratello ricambiava, toccava e suggeva bene fino a farla venire con le labbra e la lingua.
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